Saluti di altri compagni del (nuovo)PCI

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25.04.2019 - Saluto Chiara De Marchis a sezione P.CARC Cassino - iniziativa su FCA

Cari compagni,

ho letto dell’iniziativa culturale che farete domani a Cassino e ho pensato di scrivervi, perché nonostante non sia possibile per me essere presente lì con voi, voglio dare un contributo al vostro dibattito. Ho letto il libro di Delio Fantasia “Oltre i cancelli” proprio l’anno scorso. L’ho letto con “avidità” perché i racconti e gli episodi contenuti nel libro ti fanno letteralmente entrare “dentro la fabbrica” e l’ironia e la leggerezza del racconto non nascondono la durezza della condizione di lavoro degli operai di Cassino e, più in generale, delle condizioni cui i capitalisti costringono la classe operaia, in ogni angolo del paese e del mondo: l’aumento dei ritmi di lavoro, della repressione aziendale, gli isolamenti nei reparti confino, i licenziamenti politici, sono il “pane quotidiano” per ogni padrone per fare profitto sulla pelle dei lavoratori.

Che si sviluppi una letteratura di questo tipo e che si promuovano iniziative culturali di questo tipo è molto importante, soprattutto oggi e quindi… che ce ne siano altre e ovunque, dalle fabbriche, alle scuole, alle piazze! La borghesia infatti intossica le masse popolari con tutti i mezzi che ha e come classe dominante, ne ha davvero tanti: trasmissioni televisive, stampa, case editrici, siti internet sono strumenti per cercare di promuovere il disimpegno dalla lotta di classe, “appassionando” adulti, giovani, uomini e donne ad altro: la cucina, la pornografia, la violenza e la sopraffazione della cronaca nera, la promozione “dello svago” fine a se stesso e altre cose che tutti voi ben conoscete. Ma fondamentalmente quello che la borghesia infonde a piene mani è la sfiducia che il mondo si possa cambiare e quindi senso di impotenza, di isolamento e di solitudine. E questi sono sentimenti che davanti alle fabbriche o in altri posti di lavoro incontri spesso.

Quindi, iniziative culturali di questo tipo sono una forma di “attacco”, non solo perché informano (e quindi elevano la conoscenza e la coscienza di chi ascolta, fanno riflettere, ti spingono a guardare oltre la tua casa, il tuo lavoro, la tua famiglia, ecc.), ma soprattutto perché squarciano l’isolamento, portano a confrontarsi, a scambiare esperienze e riflessioni, alimentano e promuovono l’organizzazione e la lotta contro i padroni.

Oggi le fabbriche sono diverse da quello che erano fino agli anni ’70, quando l’influenza del movimento comunista era ancora forte: gli operai erano “comunità” che lavoravano insieme e vivevano nelle vicinanze, c’erano interi quartieri operai, per cui ci si trovava nella sezione del PCI, nelle Case del Popolo, nelle Camere del Lavoro e negli altri luoghi di aggregazione, come il bar, il campo di calcio, in piazza, ecc. Gli operai si vedevano e si associavano in fabbrica e fuori.

I padroni si sono resi conto che tutto questo era un pericolo e via via hanno cercato di dissolverlo: hanno creato le zone industriali, gli operai di una fabbrica vengono dai quattro angoli di una regione, l’organizzazione dei turni di lavoro, degli orari di mensa, degli spazi, ecc. è fatta in modo che gli operai si incontrino il meno possibile tra di loro; il processo di assunzione è stato individualizzato e ci sono numerosi tipi di contratti di lavoro (subappalti, interinali, ecc). Tutto questo ha avuto conseguenze negative sull’unità di classe.

Oggi inoltre, il movimento comunista è debole e la maggior parte degli operai deve essere conquistata o riconquistata alla causa del comunismo.

Però compagni, il fatto che i padroni lottano contro la classe operaia e che sempre più la borghesia ricorre alla repressione degli operai avanzati e dei comunisti, significa che ha una paura dannata. È un sintomo di debolezza e non di forza. E con la sua azione, che condanna le fabbriche del nostro paese alla morte lenta, non fa che promuovere continuamente la nascita di suoi oppositori, non fa che alimentare la lotta di classe.

Ieri è stato il 25 aprile, il giorno in cui la Resistenza partigiana guidata dal vecchio PCI clandestino raggiunse il suo punto più alto e l’insurrezione di Milano fece tremare le classi dominanti. Il 25 aprile del 1945 la marea montante promossa dal vecchio PCI clandestino con alle spalle l’URSS di Stalin, base rossa della rivoluzione mondiale e baluardo della lotta contro il nazi-fascismo, toccò il suo apice, travolgendo quel che restava di quel regime (il regime fascista) che qualche anno prima sembrava invincibile. Il 25 aprile del 1945 mostrò su ampia scala che il nemico poteva essere sconfitto!

La borghesia imperialista e il Vaticano ancora tremano al solo ricordo di quel 25 aprile. Anche Marchionne lo ha fatto capire, quando ha detto che l’Italia aveva “troppa storia”. E se il nemico ha paura, significa che possiamo vincere. Non sono i padroni ad essere forti, siamo noi che dobbiamo far valere tutta la nostra forza!

Il primo passo è organizzarsi in ogni posto di lavoro , innanzitutto nelle fabbriche e nelle aziende pubbliche, contro la morte lenta, la delocalizzazione, lo smembramento delle aziende e legarsi al territorio e alimentare la lotta di classe che nel proprio territorio si svolge, diventare, battaglia dopo battaglia, un punto di riferimento per le masse popolari della zona, per la loro resistenza al “programma comune” di lacrime e sangue della borghesia (smantellamento delle scuole e della sanità pubblica, devastazione dell’ambiente, ecc.).

Dobbiamo organizzarci e trasformare le fabbriche in baluardi di resistenza e riscossa! Dobbiamo ispirarci all’esempio dei Consigli di Fabbrica del Biennio Rosso e degli anni’70 (e in questo senso recuperare anche l’esperienza del Consiglio di Fabbrica di Cassino, magari facendo anche apposite iniziative), dobbiamo ispirarci ai C.L.N di fabbrica della Resistenza!

Dobbiamo organizzare, rafforzare e moltiplicare organizzazioni le operaie e popolari in ogni azienda, costruire i nostri futuri soviet, la base della rivoluzione socialista in corso nel nostro paese!

Avanti compagni! Osare sognare, osare lottare, osare vincere!

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

Auguro a tutti voi una buona iniziativa e vi saluto a pugno chiuso!

Chiara